Trans brasiliano trovato morto in casa
con un coltello nel petto, è giallo
Il convivente ha chiamato le forze dell'ordine dicendo di aver trovato la porta chiusa dall'interno. Soffriva di crisi depressive
I rilievi della poliziaMILANO - Un trans brasiliano di 36 anni, Lutenberg Da Silva Barrus, è stato trovato morto nel suo appartamento, a Milano, con un coltello conficcato nel torace. A dare l'allarme è stato il convivente della vittima, anche lui un viado, che alle 8.50 ha chiamato il 113 e ha avvertito che la porta dell'appartamento era chiusa dall'interno e che era preoccupato perché l'amico non rispondeva: temeva che si fosse suicidato. Soffriva di crisi depressive.
L'ALLARME -Il fatto è accaduto in una palazzina a ringhiera di due piani, in condizioni precarie, che si apre su un piccolo cortile in un passo carraio interno a via Montalbino, civico 9, a poche centinaia di metri da viale Zara. La vittima, che non ha precedenti di polizia, abitava al piano terra, in un l'appartamento con accesso diretto dal cortile, una piccola porta in legno in cattivo stato. Sia lui che il convivente si prostituivano. Il convivente, secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, era uscito di casa pochi minuti prima e al rientro ha trovato la porta chiusa dall’interno. Per questo, poco prima delle 9, ha chiamato il 113 e il 118.
LA SCENA - Gli agenti della Squadra Mobile sono entrati nell'appartamento e in sala hanno trovato il trans riverso a terra in una pozza di sangue. Indossava soltanto un paio di mutandine e aveva un coltello conficcato nel torace, all'altezza del cuore, dall'alto verso il basso. Il viado, secondo le dichiarazioni del convivente, soffriva da tempo di crisi depressive. Gli investigatori della Squadra mobile, che non escluderebbero l'omicidio ma nemmeno un inconsueto suicidio. Accanto alla ferita mortale ne hanno notate infatti due più lievi, che fanno pensare a primi tentativi di conficcare la lama. «Sono nostri connazionali - ripetono i due vicini di casa brasiliani - vediamo gente entrare spesso, ma non li conosciamo bene».
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